triestecultura
triestecultura.it
il portale ufficiale della cultura a Trieste the official website of culture in Trieste

Neuro_Revolution

Venerdì 04.09.2020
– Venerdì 16.10.2020
MLZ Art Dep
A Trieste, dal 4 settembre al 16 ottobre 2020, AiR Trieste presenta la mostra conclusiva del progetto di residenza d’artista realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, e in collaborazione con Fondazione Modena Arti Visive e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. Negli spazi di MLZ Art Dep, all’interno di Science in the City Festival di ESOF - EuroScience Open Forum 2020, la collettiva Neuro_Revolution, a cura di Francesca Lazzarini, coinvolge Camilla Alberti, Marco Antelmi, Leonardo Bentini, Luca Marcelli, Orecchie D’Asino e Valerio Veneruso.
I sei artisti visivi under 35, selezionati attraverso un’open call per indagare l’impatto delle nuove tecnologie sulla mente e il comportamento umani, hanno trascorso un mese in residenza seguendo un percorso formativo composto da workshop, tutorial, visite e incontri con curatori, artisti ed esperti di tecnologia, robotica e neuroscienze. Risultato di questa intensa esperienza nella Capitale europea della Scienza, le opere esposte toccano un’ampia molteplicità di temi analizzando l’influenza delle tecnologie, sia a livello macro che individuale, e offrendo spunti di riflessione sul presente come sul futuro. Ai suoi albori, negli anni Sessanta, Internet recava con sé un’utopia: quella di un mondo connesso, antigerarchico ed equilibrato, in cui l’essere umano non avrebbe più occupato una posizione dominante nella convivenza con le specie animali, vegetali e le macchine. Costituita da una serie di ricami e una scultura organica, l’installazione WWW - Worlding Wild Web di Camilla Alberti crea un parallelo tra la struttura della rete informatica e i processi di sviluppo delle micorrize, le associazioni simbiotiche tra funghi e radici delle piante. Proponendo un modello alternativo di fare rete, tratto dal mondo biologico, WWW recupera quel sogno suggerendo la possibilità di superare l’antropocentrismo che domina oggi la pratica del “costruire mondi”.
Con Teorie di Topi, un cortometraggio a cavallo tra genere documentario e fantascienza, Marco Antelmi si interroga proprio sulle conseguenze catastrofiche dell’attuale modo di vivere il mondo. Indizi sui motivi della catastrofe sembrano emergere dai ricordi del protagonista, ultimo essere umano sopravvissuto, che ripensa a tre interviste da lui condotte: a un avvocato esperto di diritti dei migranti e di CPR, a un designer di interfacce grafiche per l’Internet banking e a un operatore di data center.
Leonardo Bentini guarda invece al mondo reale ma intangibile della gig economy, coinvolgendo alcuni lavoratori on demand in un processo di scrittura collettiva. Incentrati sui temi dell’identità e del futuro della comunità stessa, i racconti corali di The Intangible Community presentano una natura ibrida e molteplice, che spazia dal diario di denuncia alla science fiction, riconnettendo allo stesso tempo una collettività altrimenti dispersa e priva di voce.
Sul piano dei processi di soggettivazione, l’installazione sonora di Luca Marcelli è una risposta al caos semiotico che accompagna la proliferazione di info-stimoli nel capitalismo bio-cognitivo. Considerando la schizofrenia come modello di relazione tra il soggetto e il mondo, Le Voci si interroga sulle alterazioni neuro-cognitive provocate da tale condizione così come sulle possibilità generative che ne possono scaturire.
Il collettivo Orecchie D’Asino ha lavorato invece sui concetti di socialità e relazionalità: in tempi di Facebook, Tinder, Happn e Instagram, e soprattutto dopo la deriva tecnologica post-Coronavirus, sappiamo ancora incontrarci vis-à-vis' Per rispondere a questa domanda le artiste hanno ideato Quattrocchi, un progetto di arte partecipativa che rinnova il senso dell’incontro e del fare rete in modalità off-line, mettendo allo stesso tempo in discussione nozioni chiave del mondo contemporaneo come consumo, scambio, fiducia, fragilità, valore.
L’installazione di Valerio Veneruso, Public void on pointer enter, si concentra infine sugli istinti suscitati e amplificati dall’uso dei social media. La fruizione dell’opera, incentrata su un’esperienza di Realtà Virtuale, si gioca tanto sul voyeurismo, che sempre più condiziona il comportamento umano online, quanto sulla (im)possibilità di accesso a tali contenuti e sulla frustrazione che ne deriva.
MLZ Art Dep
Via Galatti 14