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Leonor Fini, Bobi Bazlen, Gillo Dorfles e gli altri nel clima culturale d’avanguardia della Trieste degli anni Venti

Venerdì 30.07.2021
Sala Luttazzi
Nell’ambito della mostra “Leonor Fini. Memorie triestine”, venerdì 30 luglio alle ore 18.30 al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, Cristina Battocletti, giornalista per la Domenica de Il Sole 24 Ore, scrittrice e grande esperta di cultura del Nord Est e di Trieste in particolare, parlerà, con la conduzione della curatrice Marianna Accerboni, sul tema “Leonor Fini, Bobi Bazlen, Gillo Dorfles e gli altri nel clima culturale d’avanguardia della Trieste degli anni Venti”. Seguirà la presentazione, in anteprima per Trieste e in occasione del centenario della nascita del celebre regista, del suo ultimo libro intitolato “Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste: vita morte e miracoli” (La nave di Teseo, pgg. 435, € 20,00): un approfondita e interessante testimonianza sul grande regista di origine triestina (Trieste 1921 - Lugano 1997), che verrà esposta anche in rapporto all’attività di costumista e scenografa di Leonor e a quella di Luciano Damiani, per anni scenografo di Strehler.

La pittrice nutrì infatti sempre un forte, istintivo amore per il teatro. Oltre a prediligere e a “professare” il travestimento e il mascheramento, temi ricorrenti nelle sue opere e nel suo modus vivendi - forse anche per il fatto che da bambina la madre la vestiva da maschietto per sventare i tentativi di rapimento del padre, - la Fini creò spesso soprattutto costumi, dal taglio spesso divertente e ammiccante, sensuali, femminili e raffinati, ma anche scene per il teatro, collaborando, tra l’altro, dal ‘51 al ’63 con La Scala di Milano per le musiche di Cimarosa, Mozart e Jean Françaix, com’è testimoniato da un libro esposto in mostra di Vittoria Crespi Morbio (ed. Allemandi).

L’incontro sarà preceduto alle 17.45 da una visita guidata alla mostra e si concluderà con una degustazione di vini offerti da Zidarich (Prepotto, Duino Aurisina, Trieste).

Nato a Trieste il 14 agosto 1921, Giorgio Strehler è stato uno dei più grandi registi del Novecento, fondatore del Piccolo Teatro di Milano assieme a Paolo Grassi nell’immediato dopoguerra. Di madre slovena, padre tedesco, nonni franco-balcanici, parlava quattro lingue e fu un europeista ante-litteram. Partigiano, laico, illuminista, rinnovò il modo di fare regia, cambiò veste alle opere di Goldoni, mentre Bertolt Brecht lo designò unico erede per la messa in scena dei suoi testi in Italia. Non si cimentò mai nel cinema, come il “rivale” Luchino Visconti, ma, da musicista, rivoluzionò il mondo dell’opera, aprendo una nuova via per l’interpretazione, tra gli altri, di Mozart e Verdi. Affascinante, colto, estroso e contradditorio, fu un uomo dalle intense passioni artistiche e sentimentali. Nel volume Cristina Battocletti narra con la consueta classe e chiarezza la leggenda, le luci e le ombre di un personaggio iconico, dal palcoscenico alle battaglie politiche. Le vittorie e le sconfitte, gli amori, la vita del ragazzo di Trieste attraverso un racconto fotografico inedito e la voce di chi gli è stato più vicino, da Riccardo Muti a Ornella Vanoni, da Massimo Ranieri a Ottavia Piccolo, da Paolo Rossi a Milva.

Cristina Battocletti, originaria di Cividale del Friuli, è critica cinematografica e ha scritto a quattro mani con Boris Pahor la sua biografia Figlio di nessuno (Rizzoli, 2012), premio Manzoni come miglior romanzo storico; nel 2015 ha pubblicato La mantella del diavolo (Bompiani), Premio Latisana per il Nord Est e finalista ai Premi Bergamo, Rapallo e Asti, e nel 2017 Bobi Bazlen. L'ombra di Trieste (La Nave di Teseo), premio Martoglio e Comisso.

L’incontro sottolinea le principali finalità della rassegna - realizzata in coorganizzazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, il sostegno, tra gli altri, delle Fondazioni CRTrieste e Kathleen Foreman Casali e il media partenariato del nostro giornale - che mira da un canto a decrittare l’intenso legame fra la Fini e Trieste e l’importanza della sua formazione culturale e artistica nel contesto di una città allora avanzatissima e cosmopolita, e dall’altro a rappresentare anche un approfondimento sul clima culturale della Trieste del Novecento. La personalità di Leonor si formò infatti a stretto contatto con quel colto milieu, sospeso tra pensiero mitteleuropeo e suggestioni italiane, che connotava la città all’epoca - che sarà approfondito nel corso dell’incontro da Battocletti -, nel cui ambito la giovane pittrice ebbe modo di frequentare assiduamente triestini suoi coetanei, che sarebbero divenuti famosi a livello mondiale. Tra questi, per esempio, il futuro gallerista Leo Castelli, il famoso critico e artista Gillo Dorfles, Bobi Bazlen, il grande traghettatore della letteratura dell’Est europeo in Italia, e il pittore Arturo Nathan, accanto a Italo Svevo e Umberto Saba.

La mostra è realizzata in coorganizzazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, in collaborazione con Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, Assessorato alla Cultura del Comune di Laveno-Mombello (Varese), MIDeC-Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno-Mombello, con la media partnership del quotidiano Il Piccolo e con il sostegno delle Fondazioni CRTrieste e Kathleen Foreman Casali, Associazione Giuliani nel Mondo, Studio Luce Sime Vignuda Gruppo Comet, Ciaccio Arte Big Broker Insurance Group, Milano, Rotary Club Trieste Alto Adriatico, Azienda Agricola Zidarich (Prepotto, Duino Aurisina, Trieste), Sponza Tappezzeria Trieste, Andromeda, Ottica Dambrosi Trieste, Flowers Gorizia, Laboratorio cornici Asso di Quadri, Plexi & Star.
Sala Luttazzi
Porto Vecchio
34100 Trieste

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